AREA SUI CARICHI DI LAVORO DI MAGISTRATI
Quello delle condizioni di lavoro dei magistrati è un tema fondamentale per il programma di Area nella vita associativa e nel circuito dell’autogoverno. La disposizione introdotta dall’art. 37 della legge n. 111/2011 si pone l’obiettivo di migliorare i risultati del sistema giudiziario anche attraverso una più celere definizione delle controversie. Si tratta di una disposizione pensata per il settore civile ma che, fatalmente, avrà una incidenza molto rilevante, in termini di utilizzazione delle risorse e di metodologia di lavoro, anche sul settore penale. Al di là di ogni considerazione sulla pretesa di realizzare questa finalità senza alcun intervento efficace su mezzi, strutture, personale vi è ora la necessità di dare attuazione alla norma adottando soluzioni che tengano conto dei rischi conseguenti ad una non meditata e non equilibrata applicazione di una disciplina che presenta molteplici e diverse implicazioni. Vanno, infatti, evitati il pericolo che si finisca per incentivare in modo acritico la produttività dei singoli e dell’ufficio e il pericolo che vengano penalizzati gli uffici che già hanno adottato soluzioni positive e siano, invece, validate le modalità di lavoro degli uffici che denotano improprie difficoltà gestionali. In questa prospettiva ci siamo messi nell’ottica di dare un contributo costruttivo e “dal basso” alle iniziative che gli organi istituzionali hanno intrapreso, al fine di individuare una fascia di produttività, distinta per ogni sezione o ufficio, che sia insieme rispettosa della complessiva gestione dei ruoli e attenta alla qualità della trattazione del procedimento/processo e della decisione. Lo scopo di tale individuazione è triplice: - adeguarsi al dettato normativo; - individuare un prezioso punto di riferimento per ogni sezione e Presidente di sezione al fine di stabilire obiettivi di lavoro; - dare tranquillità e obiettivi realistici ai magistrati con indicazioni chiare e condivise, superando un dato spesso scarsamente significativo quale quello delle statistiche comparate. In attesa di indicazioni più precise dal CSM (che sta predisponendo una delibera sul punto) riteniamo che tale individuazione sia preliminare alla predisposizione di qualsiasi credibile programma per la gestione dei procedimenti e non può esser il risultato di una indicazione uniforme centrale ma deve partire dalla riflessione a livello distrettuale sulle condizioni concrete di lavoro nei singoli uffici e sulle differenti pendenze iniziali, compiuta anche avvalendosi dell’ausilio essenziale delle Commissioni flussi. In questa prospettiva abbiamo elaborato una proposta che utilizza le idee e i progetti messi in campo in diverse sedi italiane e che intende rendere i magistrati protagonisti della novità introdotta dalla legge 111. Essa individua nel Consiglio giudiziario il punto di coordinamento e di raccordo delle realtà distrettuali così da giungere ad un primo risultato che sia utile al lavoro degli uffici e credibile nei suoi esiti. L’ipotesi di lavoro prevede i seguenti passaggi: 1. rilevazione di dati statistici della produttività per sezione e/o settore per un tempo congruo (riteniamo quattro anni) riferito alla effettive presenze e con esclusione di situazioni di minore carico o produttività (i presidenti di sezione/procuratori aggiunti e i beneficiari di esoneri). 2. Elaborazione di indicatori statistici significativi: media, mediana, minimo e massimo. 3. Valutazione e individuazione, con i magistrati interessati, della rilevanza di altri fattori: -di sofferenza ovvero che incidano sulla la qualità del dato (es. differenza di carico di partenza, ritardo nel deposito delle sentenze e dei provvedimenti, assenza di personale, scopertura di organico; - di influenza (genere, anzianità nel ruolo, anzianità nella sezione, passaggio tra varie sezioni o settori). 4. Individuazione una fascia di produttività sostenibile sezione per sezione e/o settore, come integrazione ed arricchimento dello standard di rendimento e validazione di un primo risultato con i Presidenti di sezione. 5. Sottoposizione del risultato a tutti i magistrati sezione per sezione per coordinare l’esito con i risultati del lavoro sugli standard prodotto dal Csm ed evitare soluzioni schizofreniche che producano confusione e si rivelino scarsamente significative. 6. Modifiche ed approvazione definitiva. E’ nostra intenzione accompagnare la proposta di lavoro con una dichiarazione di disponibilità a collaborare ai differenti aspetti del progetto nelle forme e nei tempi che saranno considerati utili. Piergiorgio Morosini Valerio Fracassi