
SOMMARIO
1) Valutazioni di professionalità: un caso controverso.
2) Questione della mobilità.
3) Circolare semidirettivi.
4) Questione di Reggio Calabria
5) Il caso Forleo.
6) Proroghe e nomine del Comitato Scientifico
7) Dalla Quinta Commissione: Nomine direttivi – caso Roberti.
1) Valutazioni di professionalità: un caso controverso.
La valutazione di un magistrato non sempre è agevole. Qualche volta il Consiglio superiore è chiamato a decidere su casi in cui aspetti positivi e negativi della professionalità dimostrata nel corso del periodo in esame si intersecano e vanno contemperati per giungere ad una sintesi in cui il positivo conseguimento della valutazione di professionalità è accompagnato da un iter motivazionale perplesso, che dà conto anche delle cadute di stile e degli “incidenti di percorso” del magistrato stesso.
E’ quel che è accaduto qualche settimana fa in plenum, in relazione ad una dichiarazione di idoneità di un magistrato ad essere ulteriormente valutato alle funzioni direttive superiori e per il riconoscimento del positivo conseguimento della settima valutazione di professionalità a far data dal giugno 2006 e, quindi, secondo le regole antecedenti alla riforma dell’ordinamento giudiziario.
La Quarta Commissione (rel. Fresa) ha formulato all’unanimità una proposta positiva, anche se perplessa in relazione ad alcuni comportamenti del magistrato, sottoposto a procedimento disciplinare, definito con assoluzione ed entrato in forte conflitto con il dirigente dell’ufficio.
La contestazione aveva riguardato condotte tenute quale titolare di indagini a carico di un cittadino rumeno per omicidio e violenza sessuale, in violazione dei doveri di correttezza e lealtà nei rapporti con il Procuratore Generale, con il Procuratore e con gli organi inquirenti rumeni. Era stato contestato al magistrato, tra l’altro, di aver rilasciato un’intervista relativa alle investigazioni in atto, nonostante il silenzio stampa raccomandato dal Procuratore Generale; l’aver omesso di tenere informato il Procuratore delle attività che stava compiendo e dell’intenzione di utilizzare un aereo di Stato per raggiungere Bucarest ed interrogare l’indagato; l’aver utilizzato l’aereo per recarsi in Romania, nonostante il Procuratore gli avesse ingiunto di desistere.
La sezione disciplinare aveva assolto il magistrato ritenendo esclusi tutti gli addebiti, evidenziando che la sua condotta, “pur certamente caratterizzata da eccesso di zelo e verosimilmente determinata dalla forte ansia di condurre a termine gli importanti incombenti affidatigli, se può essere valutata sul piano dell’opportunità, non va tuttavia a superare la soglia della responsabilità disciplinare”.
Le pregresse valutazioni ottenute dal magistrato per la nomina in appello ed in cassazione erano state positive. In particolare, nei pareri del Consiglio Giudiziario si dava atto della operosità e delle capacità professionali.
Qualche rilievo emergeva solo in relazione ai difficili rapporti con il dirigente dell’ufficio ed infatti successive valutazioni negative venivano espresse nel 2003 nei due pareri resi dallo stesso Consiglio Giudiziario per il conferimento di uffici direttivi e semidirettivi, motivati dalla mancanza di equilibrio dimostrata dal magistrato in un’altra vicenda, che lo aveva contrapposto al Procuratore e che si era conclusa dinanzi al TAR favorevolmente per l’interessato.
Per la settima valutazione di professionalità il Consiglio Giudiziario ha invece espresso all’unanimità parere positivo. Prendendo le mosse dalle valutazioni negative espresse nei precedenti pareri attitudinali e dal procedimento disciplinare, il Consiglio Giudiziario ha affermato che, anche alla luce dell’esito favorevole del giudizio disciplinare e del ricorso amministrativo, il comportamento tenuto dal magistrato non potesse considerarsi sintomatico di mancanza di equilibrio.
In plenum, i sostenitori di una valutazione di professionalità favorevole, pur se in termini di mera sufficienza, hanno ritenuto che le vicende pregresse dovessero essere ricondotte ad episodi limitati ad un breve spazio temporale, caratterizzato da una situazione di conflitto col Procuratore e che, in questo quadro, dovesse accogliersi il parere favorevole del Consiglio Giudiziario.
Il Cons. Ferri (MI), tuttavia, pur avendo approvato in Commissione la motivazione perplessa, presentava in plenum numerosi emendamenti finalizzati ad enfatizzare gli aspetti positivi della professionalità del magistrato in valutazione.
Gli emendamenti venivano tutti bocciati a larga maggioranza ed a seguito di ampia discussione la proposta di idoneità veniva approvata, ma vari componenti (tra cui Riviezzo e Petralia) decidevano di astenersi dal voto, esprimendo in tal modo serie perplessità sulla c.d. progressione in carriera per casi di questo genere.
2) Questione della mobilità
Dopo che in terza Commissione, il 29 scorso, si era finalmente deciso di procedere alla pubblicazione di un bollettino in modo che, all’esito dei trasferimenti che in forza di esso andranno a farsi, sia consentita la individuazione delle sedi necessarie per gli ex uditori giudiziari che andranno a sceglierle tra la fine di dicembre e i primi del mese di gennaio del 2009, la pratica è approdata al plenum che, con delibera del 5 giugno scorso, la ha approvata.
Com’è ben noto, sono stati pubblicati tutti i posti vacanti di requirente di primo grado; ciò nell’obiettivo (illusorio?) che, a legislazione invariata circa la preclusione d’accesso alle procure per i magistrati di nuova nomina, possa essere coperto qualche vuoto con magistrati giudicanti extraregionali.
Complessivamente la pubblicazione riguarda 336 posti, dei quali 199 giudicanti, divisi tra sedi capoluogo di distretto (105) e sedi periferiche (16) nelle tre regioni (Toscana, Emilia Romagna e Lazio) più richieste alla luce delle domande avanzate nello scorso bollettino. Un discorso a parte è stato fatto per la sede di Santa Maria Capua Vetere a proposito della quale, stante la gravissima situazione di scopertura anche in considerazione delle pendenze degli affari (al riguardo anche il Quirinale ha mostrato particolare sensibilità al caso), si è deciso di pubblicare tutte le vacanze (18).
Altrettanto noto è il termine per le domande, che è quello del 20/6 per i magistrati e del 30/6 per gli uffici.
E’ stato ridotto il numero delle domande possibili (n. 3 per gli ex-uditori, alias magistrati di prima sede, e n. 2 per gli altri) e la graduatoria sarà pubblicata nel sito del CSM con termine per proporre osservazioni ed eventuali revoche.
Una volta scaduto il termine, la graduatoria diventerà definitiva e non sarà possibile revocare. A quel punto la Commissione darà luogo ai trasferimenti senza procedere alla formulazione di proposte, rispettando in ogni caso l’ordine di trattazione secondo l’ordine di preferenza formulato dagli aspiranti. Si è anche deciso che, ove non dovesse essere rispettata la priorità segnalata dai concorrenti, si procederà allora alla comunicazione del trasferimento ai soli fini dell’accantonamento in vista della trattazione delle sedi considerate più ambite.
Da segnalare che, ad onta di quanto potrebbe a prima vista sostenersi, si tratta di una scelta coraggiosa, dal momento che i tempi a disposizione per la “gestione” del bando non sono proprio tranquillizzanti. Va tenuto conto che a novembre – come più volte è stato detto e ridetto – dovranno ricavarsi le sedi (tutte giudicanti) per i magistrati di nuova nomina che a dicembre (al più tardi a gennaio) dovranno scegliere le sedi; va tenuto conto ancora che in atto la III° Commissione gestisce i bandi dei distrettuali e della cassazione.
Sempre in tema di mobilità, è sicuramente meritevole di segnalazione quanto accaduto in plenum (11/6/08) a proposito della proposta di pubblicazione straordinaria di posti di consigliere (civile, penale e lavoro) presso quelle Corti d’Appello particolarmente gravate da una scopertura pari o superiore al 22%.
Per meglio comprendere, la percentuale di scopertura costituisce il frutto di una scelta che nasce dalla preliminare proposta di pubblicare soltanto le vacanze della Corte di Venezia, gravata appunto da una scopertura del 22%, sicchè, proprio su iniziativa del Movimento (Petralia), si è proposto di integrare la pubblicazione con le vacanze presso le Corti che presentassero la medesima o più accentuata scopertura: ossia le Corti d’Appello di Potenza (25%), Reggio Calabria (28%) e Salerno (25%).
Giunta in plenum tale proposta, viene presentato un emendamento da parte dei consiglieri Napoletano e Carrelli Palombi, nel senso di incrementare da 7 a 9 i posti da pubblicare per la Corte di Venezia. Sia il relatore Petralia che i consiglieri Pilato e Riviezzo hanno messo in evidenza che i due posti pretesi in aumento sono tutt’altro che vacanti dal momento che costituiscono posti solo eventualmente destinati a liberarsi; infatti per tali posti pendono le proposte, sia pure all’unanimità, di rispettivi aspiranti, ma che ancora non hanno avuto il crisma definitivo della deliberazione plenaria. Abbiamo ricordato inoltre che la circolare consente la pubblicazione anticipata soltanto nel caso di “prevedibile” vacanza” determinata dalla data certa del pensionamento e non per altri analoghi casi, fermo il discorso che nel caso di specie nessuna analogia è peraltro ravvisabile, posto che una proposta ancorché unanime è e resta pur sempre una proposta e non determina, ovviamente, alcuna vacanza certa.
Tuttavia, probabilmente per distrazione generale, l’emendamento che considerava “vacanze” anche i due posti di consigliere per i quali gli attuali titolari erano stati proposti per posti direttivi passava a maggioranza, innescando in tal modo un precedente del tutto alieno al dettato della circolare. Per non dire nettamente contrario.
Fortunatamente prevaleva il buon senso e, con l’accordo di tutti, la pratica, prima ancora della votazione finale, veniva rimessa in commissione. Immediatamente riunitasi, la III° Commissione deliberava di insistere nell’originaria proposta, con l’unica opportuna esclusione - tutto il male non viene per nuocere…potrebbe dirsi! - della Corte d’Appello di Potenza, i cui posti liberi frattanto sono apparsi suscettibili di copertura con domande di aspiranti incompatibili/rientranti in ruolo ed assimilati; dunque prima della procedura di tramutamento ordinario.
Immediatamente rimessa al plenum dell’11 pomeriggio, la pratica veniva dunque approvata all’unanimità.
A margine, sempre in tema mobilità, va detto che in III° stiamo discutendo della costituzione della Commissione della Cassazione in vista della prossima pubblicazione dei posti liberi della Corte; pubblicazione assolutamente urgente e da varare, si spera, entro luglio. Inoltre si è iniziato a parlare della DNA e delle vacanze attuali e future.
3) Circolare semidirettivi
E’ stata approvata la nuova circolare sull’assegnazione dei posti semidirettivi con contestuale bando che comprende i posti scoperti o che si scoprono o si sono scoperti (27.1.2008) a seguito della “ultraottennalità”. E’ un altro dei momenti fondamentali di adeguamento della normativa secondaria alla riforma dell’ordinamento giudiziario. Rimandando alla lettura della circolare per i particolari, vogliamo qui sottolineare alcuni passaggi significativi: la pubblicazione riguarda i posti “vestiti” (civile, penale), perché ciò incide sulla legittimazione a concorrere nel caso di passaggio di funzioni da requirente a giudicante e viceversa. Ciò, però, consente anche al Consiglio di disegnare un abbozzo di “carriera” del magistrato, nel senso che possono essere valorizzate le attitudini specifiche per quel tipo di posto, e – forse per la prima volta – il Consiglio afferma che “Nell’ambito di questa verifica attitudinale va, inoltre, riconosciuta particolare pregnanza alla pluralità delle esperienze maturate, soprattutto nei primi anni di esercizio delle funzioni, che contribuiscono alla formazione di un variegato patrimonio professionale. Nondimeno, nel prosieguo della vita professionale, significativo rilievo assume la scelta di un percorso professionale maggiormente specializzato, e conseguentemente
la conoscenza delle problematiche specifiche del settore in cui dovrà essere
svolta la funzione semidirettiva, in ragione del ruolo centrale da
riconoscere a chi ricopre un incarico semidirettivo sia nell’esercizio dell’
attività giurisdizionale sia nel campo dell’ “organizzazione”. “. Affermazione importante, che è in linea con le riflessioni che il Movimento ha sviluppato negli ultimi anni in tema di specializzazione/pluralità di esperienze. Viene abbattuto di molto il valore dell’anzianità, per cui i punteggi saranno 6 per il merito, 6 per le attitudini e 6 (non frazionabili) per l’anzianità, intesa come indice positivo dell’esperienza professionale acquisita (è stabilito articolatamente quando questo punteggio viene riconosciuto). Tale meccanismo consentirà da una parte di snellire l’azione amministrativa (l’esperienza acquisita con il recente bando per i direttivi ha costretto la Commissione ad istruire tantissime domande, in molti casi in modo rivelatosi poi non utile), e dall’altra di valutare comunque delle spiccate professionalità di colleghi meno anziani, attraverso il meccanismo comparativo. Per questo specifico concorso, viene stabilito che il parere attitudinale ha validità quinquennale (normalmente triennale). A parità di punteggio, prevale il più anziano. Viene stabilito che i magistrati possono proporre contemporaneamente non più di cinque domande per posti semidirettivi, considerando per una domanda quella relativa a posti del tutto omogenei (ad es. Presidente sezione civile Milano), anche se con data di legittimazione diversa (la data di legittimazione è ora diversa per ciascun posto, ed ancorata alla vacanza del posto, come accade per i direttivi). E’ chiaro che si tratta di un primo passo, e che nel prosieguo della attività consiliare si dovrà completare il percorso riformatore, assimilando sempre più la scelta dei semidirettivi a quella dei direttivi, ma le innovazioni oggi introdotte sono già significative.
4) Questione di Reggio Calabria.
Il 28 aprile u.s. il Comitato di Presidenza del CSM ha disposto l’apertura di una pratica in Prima Commissione (Commissione inchieste, art. 2 L.G., ecc.), relativa alle vicende verificatesi nella Procura della Repubblica di Reggio Calabria, al fine di accertare, anche a tutela dei magistrati di quell’ufficio, mediante le opportune ed adeguate indagini ed audizioni degli interessati, la preoccupante situazione venutasi a creare in quegli uffici giudiziari, con riferimento in particolare al rinvenimento di una microspia all’interno della Procura ed al grave contenuto delle lettere anonime recapitate.
Il successivo 6 maggio, la Prima Commissione ha secretato la pratica ed ha tenuto apposita seduta presso la Sala Conferenze della Procura di Reggio Calabria, disponendo le audizioni del Procuratore Generale, del Procuratore, dei due Procuratori Aggiunti perdenti posto e di quattro Sostituti Procuratori.
Svolgere l’attività istruttoria a Reggio Calabria è sembrato un segno di doverosa attenzione da parte del CSM verso vicende che hanno assunto rilievo nazionale, anche per la presenza forte e minacciosa della n’drangheta e per i rapporti difficili tra alcuni magistrati all’interno della Procura.
Il segnale di attenzione è stato positivamente raccolto, sia dai magistrati che sono stati ascoltati, sia dalla stampa e dall’opinione pubblica locale, che hanno seguito con fervore gli sviluppi dell’inchiesta.
All’esito delle audizioni, del materiale documentale acquisito e di ampia discussione, la Commissione ha formulato una dettagliata proposta approvata all’unanimità dal plenum del CSM il 4 giugno u.s., tesa a fare chiarezza sulle recenti vicende ed a ridurre le tensioni verificatesi.
Dopo una completa ed articolata ricostruzione dei fatti, il CSM ha deliberato:
a) di trasmettere gli atti delle relative pratiche ai titolari dell’azione disciplinare per quanto di competenza, in relazione alle posizioni di quattro magistrati della Procura reggina, anche ai fini delle valutazioni in ordine ad eventuali provvedimenti cautelari;
b) di segnalare alla competente Quinta Commissione consiliare la necessità di una sollecita definizione delle pratiche relative alla copertura dei tre posti di Procuratore Aggiunto presso la Procura della Repubblica di Reggio Calabria già messi a concorso;
c) di proseguire in Prima Commissione l’istruttoria delle pratiche citate per eventuali ulteriori provvedimenti.
5) Il caso Forleo.
Nella seduta del 12 maggio 2007 la Prima Commissione: a1) ha respinto, essendosi verificata parità di voti, la proposta di ulteriore attività istruttoria (formulata da Fresa e Pepino); a2) ha respinto, con quattro voti (Patrono, Roia, Anedda e Vacca) contro due (Fresa e Pepino), la proposta di disporre l’archiviazione parziale della procedura (in ordine ai profili concernenti i conflitti insorti e le dichiarazioni rese con riferimento alle indagini svolte in Brindisi su molestie e danneggiamenti subiti dai genitori della d.ssa Forleo nel periodo immediatamente precedente il decesso degli stessi in incidente stradale e le dichiarazioni rese nel corso del convegno organizzato dalle Camere penali di Milano il 20 gennaio 2007) e di rimettere al plenum la proposta di trasferimento di ufficio per quanto attiene gli altri episodi; a3) ha deliberato, con tre voti favorevoli (Roia, Anedda e Vacca) e due astenuti (Fresa e Pepino), di proporre al plenum il trasferimento di ufficio della dott.ssa Forleo e, con un voto favorevole (Patrono), di proporre al plenum l\'archiviazione della procedura.
Nella successiva seduta del 9 giugno 2007 si è proceduto a nuova votazione, su richiesta dei consiglieri Roia e Pepino e previa unificazione delle proposte sopra indicate, nel senso di proporre al plenum: b1) il trasferimento di ufficio della d.ssa Forleo per i fatti concernenti le dichiarazioni rese in trasmissioni televisive o alla stampa in ordine all\'esistenza di poteri forti che, anche per il tramite di soggetti istituzionali, avrebbero interferito sull\'esercizio delle sue funzioni giurisdizionali e per quelli concernenti i rilievi mossi ai pubblici ministeri preposti alle indagini per la cosiddetta "scalata BNL" tesi a manifestare dapprima, allarme per un asserito «rallentamento delle indagini» e, poi, protesta per un supposto «insabbiamento in corso»; b2) l’archiviazione della procedura in ordine ai profili concernenti i conflitti insorti e le dichiarazioni rese con riferimento alle indagini svolte in Brindisi su molestie e danneggiamenti subiti dai genitori della d.ssa Forleo nel periodo immediatamente precedente il decesso degli stessi in incidente stradale e le dichiarazioni rese nel corso del convegno organizzato dalle Camere penali di Milano il 20 gennaio 2007. La proposta così formulata è stata approvata con cinque voti favorevoli (Roia, Pepino, Fresa, Anedda e Vacca) mentre ha riportato un voto (Patrono) la contraria proposta di sottoporre al plenum l\'archiviazione integrale della procedura.
La commissione ha in sostanza ritenuto che i fatti indicati sub b1 siano accertati e provati sia nella loro materialità che nella loro idoneità a determinare un venir meno, nella d.ssa Forleo, delle condizioni di indipendenza e imparzialità richieste per l\'esercizio delle funzioni nell\'ufficio attualmente ricoperto.
Ciò vale anzitutto per le dichiarazioni rese in trasmissioni televisive o alla stampa concernenti l\'esistenza di poteri forti che, anche per il tramite di soggetti istituzionali, avrebbero interferito (o tentato di interferire) sull\'esercizio delle funzioni giurisdizionali della stessa. L\'interferenza affermata consiste nell\'asserito invito alla prudenza nella gestione delle intercettazioni telefoniche del procedimento Antonveneta, BNL e RCS rivoltole dal Procuratore generale di Milano e nella denunciata esistenza di pressioni in atto sul Procuratore generale della Cassazione per indurlo a promuovere l\'azione disciplinare nei suoi confronti. L\'esatta e completa ricostruzione di tali vicende è tuttora sub iudice avanti alla Procura della Repubblica di Brescia ma gli atti acquisiti evidenziano che esse poggiano, almeno in parte, su elementi di fatto dotati di riscontri. L\'interpretazione di tali vicende da parte della d.ssa Forleo e – ciò che qui interessa – le dichiarazioni pubbliche da lei rese al riguardo sono tuttavia, all\'evidenza, gravemente sproporzionate rispetto ai fatti emersi così da procurate un allarme nei colleghi e un discredito anche della magistratura milanese obiettivamente infondati. Altrettanto è a dirsi per i rilievi mossi dalla d.ssa Forleo ai pubblici ministeri preposti alle indagini relative alla cosiddetta "scalata BNL" dei quali si è sopra detto. Si tratta di rilievi che dimostrano un rapporto con l\'ufficio di Procura caratterizzato da eccessiva disinvoltura e contrario ai più comuni canoni deontologici nonché potenzialmente indicativo di un pregiudizio accusatorio all’evidenza incompatibile con l’imparzialità richiesta al giudice nell’esercizio delle sue funzioni (e ciò anche a prescindere da ulteriori possibili implicazioni di tali dichiarazioni tuttora all\'esame della Procura Repubblica di Brescia).
Gli atteggiamenti descritti evidenziano, nella d.ssa Forleo una notevole propensione a condotte vittimistiche e una marcata carenza di equilibrio, nonché una personalizzazione delle vicende processuali a lei affidate - soprattutto quelle aventi forte carattere mediatico - tali da determinare contrasti, conflitti e sospetti nei confronti dei magistrati di uffici con lei in contatto anche nella sede giudiziaria milanese. Questa abnorme personalizzazione insieme alla già segnalata carenza di equilibrio è confermata anche da altre vicende risultanti dagli atti (quali i rapporti conflittuali o comunque difficili all’interno dell’ufficio e con il personale amministrativo e la vicenda processuale relativa al procedimento contro Bentiwaa Farida che ha, infine, condotto alla ricusazione della d.ssa Forleo da parte del procuratore Aggiunto di Milano dottor Spataro, accolta dalla Corte di appello di Milano).
A seguito di quanto sopra si è determinato un clima di alterazione nei rapporti con alcuni pubblici ministeri della Procura della Repubblica di Milano, con il Presidente del Tribunale di Milano, con il Presidente f.f. dell’Ufficio GIP del Tribunale di Milano, nonché con alcuni giudici del medesimo ufficio e con il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Milano.
L’incompatibilità consegue dunque ad una situazione di diffuso disagio, cagionato dai fatti attribuiti alla dott.ssa Forleo, nell\'ufficio giudiziario di appartenenza (esteso anche alla componente amministrativa) e altresì nella Procura della Repubblica con la quale – anche a seguito delle descritte condotte di indebita interferenza tenute dalla d.ssa Forleo – si è incrinato il necessario rapporto di reciproco rispetto, equidistanza, indipendenza e imparzialità.
6) Proroghe e nomine del Comitato Scientifico.
Sono stati prorogati gli incarichi ai colleghi Recchione e Di Marzio. Coerentemente col voto espresso in sede di nomina, ci siamo astenuti, non avendo ricevuto dall’esperienza in atto elementi per una valutazione diversa.
Sulle nuove nomine, abbiamo votato a favore del collega Licata, in quanto ritenevamo che il suo curriculum professionale fosse del tutto adeguato alla bisogna (anche se abbiamo lamentato un difetto di motivazione della delibera quanto alla comparazione con gli altri aspiranti), mentre abbiamo chiesto il ritorno in commissione della pratica per i colleghi Renoldi e Russo. Abbiamo fatto presente che la motivazione non dava conto esaurientemente delle ragioni della scelta, e che la comparazione con altri aspiranti (ad esempio, con il collega Ercole Aprile, ma anche con altri, come il collega Di Bari) rendeva non convincente la delibera.
A titolo di esempio, abbiamo evidenziato alcuni aspetti comparativi con il collega Aprile, non presenti nella delibera, che avrebbero meritato un approfondimento (ma sarebbe ben possibile effettuarne altri). In particolare, con riferimento alle griglie attitudinali specificate nel bando e, quindi, con riferimento particolare alla comprovata conoscenza delle problematiche della didattica e della formazione professionale, il dott. Aprile è stato per due bienni responsabile della Formazione decentrata a Lecce, come per due bienni è stato responsabile della Formazione decentrata il dott. Renoldi a Cagliari. Non risulta invece alcuna esperienza di formazione decentrata per il dott. Russo e questa è una esperienza pregnante al fine del conferimento della funzione di componente del Comitato Scientifico. Quindi, per questo profilo, sicuramente nella comparazione i dottori Aprile e Renoldi prevalgono sul collega Russo.
Per i diversi profili dei rapporti con le Università, col mondo universitario, con le scuole di specializzazione, il dott. Aprile vanta lezioni in scuole di specializzazione per ben 6 anni accademici presso l’Università di Lecce; nessuna esperienza presso scuole di specializzazione vanta il dott. Renoldi; nessuna esperienza al momento del bando di concorso vantava il dott. Russo che soltanto successivamente è stato autorizzato a lezioni presso scuole di specializzazione.
Quanto più specificamente alle diverse esperienze universitarie, il dott. Aprile vanta due anni di lezioni come professore a contratto presso l’università di Lecce, oltre ad aver svolto numerose lezioni per master post universitari; il dott. Renoldi è cultore di diritto penale all’università di Cagliari ed ha svolto per quattro anni attività di lezioni per scuola di perfezionamento a Cagliari; il dott. Russo è stato per due anni professore a contratto a Napoli e cultore di procedura penale a Napoli: solo per questo profilo i tre candidati si equivalgono.
Per il profilo delle relazioni svolte ad incontri di studio organizzati dal CSM il dato è invece incongruo in relazione alla proposta della Commissione, perché il dott. Aprile per ben 17 volte è stato chiamato a relazionare ad incontri di studio organizzati dal CSM; solo 2 relazioni può vantare il dott. Russo e nessuna relazione il dott. Renoldi.
Quanto ai provvedimenti pubblicati ed alle pubblicazioni scientifiche, numerosissime e qualificate sono quelle del dott. Aprile; numerose anche quelle del dott. Russo; solo qualcuna del dott. Renoldi. Va detto pure che il dott. Aprile vanta una stabile collaborazione da anni con una delle più prestigiose riviste penali, che è appunto Cassazione Penale.
Il dott. Aprile è l’unico a vantare una esperienza quale componente di un Consiglio Giudiziario, una esperienza che è assai utile al fine di comprovare una approfondita conoscenza ordinamentale della materia; gli altri due candidati non hanno esperienze simili. Attività internazionali non ne ha il dott. Russo, mentre le hanno il dott. Aprile ed il dott. Renoldi.
Quanto infine alla conoscenza delle lingue, tutti e tre hanno conoscenza dell’inglese, però il dott. Aprile lo dimostra con attestati, mentre gli altri due non hanno depositato attestati.
Per questi motivi, non ci ha convinto affatto la proposta della Commissione, che non è adeguatamente motivata e che sintetizza semplicemente i profili professionali dei due proposti, ma non evidenzia alcuna valutazione comparativa in danno degli altri candidati e, in particolare, del dott. Aprile, che peraltro ha sostenuto - per la terza volta in procedure concorsuali di tal genere - una brillantissima audizione.
Quel che non è ammissibile - a nostro parere - è definire le procedure concorsuali, come quella di specie, guardando ad altri aspetti, non contenuti in un bando di concorso. Questi posti non possono essere coperti guardando a particolari aree culturali-associative e guardando anche all’area culturale-associativa di chi ha terminato il mandato, secondo il principio che subentra sempre e, comunque, un magistrato della stessa corrente di chi sia fuoriuscito. La necessaria pluralità di opzioni culturali, che è necessario siano presenti nel Comitato scientifico, non significa automaticamente un ricambio di tal genere.
Certo, sul punto potrebbero essere cambiate le regole del gioco; potrebbe non disporsi più una procedura concorsuale e scegliere “fiduciariamente” per chiamata diretta; di questo si può discutere, ma nel momento in cui si fa una procedura concorsuale si deve almeno motivare adeguatamente perché venga scelto un candidato piuttosto che un altro e motivare sulla base delle griglie attitudinali di cui al bando di concorso e non in relazione ad altri motivi che esulano dal bando stesso.
Abbiamo, quindi, chiesto un approfondimento, che non è stato concesso. Conseguentemente, nel voto sulla delibera non abbiamo potuto esprimerci favorevolmente. Il Plenum ha deciso diversamente. Dobbiamo constatare che non è la prima volta che avanziamo perplessità sulle modalità e i criteri di scelta dei componenti del Comitato scientifico, e coerentemente proseguiamo in una battaglia di trasparenza, purtroppo, solitaria.
7) Dalla Quinta Commissione: Nomine direttivi – caso Roberti.
La Quinta Commissione ha proposto per il posto di Procuratore di Firenze con quattro voti Pino Quattrocchi, e con due voti (Riviezzo e Siniscalchi) Franco Roberti. Ci sembra che la decisione della maggioranza della Commissione non sia in linea con i criteri della circolare che, in particolare, prevede che per i posti di Procuratore nelle sedi DDA, debba darsi specifico rilievo alle esperienze in questo settore. Franco Roberti è l’attuale coordinatore della DDA di Napoli (coordina un numero di magistrati (24) molto superiore alla media delle Procure italiane, e molto simile a quello dell’intera Procura fiorentina), ed ha una enorme esperienza nel settore della lotta alla criminalità organizzata. E’ noto a tutti per il ruolo che sta rivestendo in questo periodo, in particolare, al contrasto alla camorra “casalese”, forse la forma di criminalità organizzata più pericolosa in questo momento nell’intero Paese. Ha anche presentato un progetto organizzativo della Procura fiorentina, con particolare riguardo all’azione di contrasto alla criminalità di origine cinese, molto presente in quel territorio. Questi elementi, a nostro giudizio, lo rendono più adatto al posto richiesto, rispetto al pur bravo collega Quattrocchi, Procuratore a Lucca, che però non ha esperienze di DDA, se non per aver con essa collaborato da esterno. Ci sembra che si sia trattato di una scelta sbagliata, che speriamo che il Plenum saprà correggere, anche se il precedente della copertura del posto di S. Maria Capua Vetere (dove a Roberti è stato preferito il collega Lembo, nonostante la migliore conoscenza del territorio e del fenomeno camorristico del primo), non depone favorevolmente.
La valutazione di un magistrato non sempre è agevole. Qualche volta il Consiglio superiore è chiamato a decidere su casi in cui aspetti positivi e negativi della professionalità dimostrata nel corso del periodo in esame si intersecano e vanno contemperati per giungere ad una sintesi in cui il positivo conseguimento della valutazione di professionalità è accompagnato da un iter motivazionale perplesso, che dà conto anche delle cadute di stile e degli “incidenti di percorso” del magistrato stesso.
E’ quel che è accaduto qualche settimana fa in plenum, in relazione ad una dichiarazione di idoneità di un magistrato ad essere ulteriormente valutato alle funzioni direttive superiori e per il riconoscimento del positivo conseguimento della settima valutazione di professionalità a far data dal giugno 2006 e, quindi, secondo le regole antecedenti alla riforma dell’ordinamento giudiziario.
La Quarta Commissione (rel. Fresa) ha formulato all’unanimità una proposta positiva, anche se perplessa in relazione ad alcuni comportamenti del magistrato, sottoposto a procedimento disciplinare, definito con assoluzione ed entrato in forte conflitto con il dirigente dell’ufficio.
La contestazione aveva riguardato condotte tenute quale titolare di indagini a carico di un cittadino rumeno per omicidio e violenza sessuale, in violazione dei doveri di correttezza e lealtà nei rapporti con il Procuratore Generale, con il Procuratore e con gli organi inquirenti rumeni. Era stato contestato al magistrato, tra l’altro, di aver rilasciato un’intervista relativa alle investigazioni in atto, nonostante il silenzio stampa raccomandato dal Procuratore Generale; l’aver omesso di tenere informato il Procuratore delle attività che stava compiendo e dell’intenzione di utilizzare un aereo di Stato per raggiungere Bucarest ed interrogare l’indagato; l’aver utilizzato l’aereo per recarsi in Romania, nonostante il Procuratore gli avesse ingiunto di desistere.
La sezione disciplinare aveva assolto il magistrato ritenendo esclusi tutti gli addebiti, evidenziando che la sua condotta, “pur certamente caratterizzata da eccesso di zelo e verosimilmente determinata dalla forte ansia di condurre a termine gli importanti incombenti affidatigli, se può essere valutata sul piano dell’opportunità, non va tuttavia a superare la soglia della responsabilità disciplinare”.
Le pregresse valutazioni ottenute dal magistrato per la nomina in appello ed in cassazione erano state positive. In particolare, nei pareri del Consiglio Giudiziario si dava atto della operosità e delle capacità professionali.
Qualche rilievo emergeva solo in relazione ai difficili rapporti con il dirigente dell’ufficio ed infatti successive valutazioni negative venivano espresse nel 2003 nei due pareri resi dallo stesso Consiglio Giudiziario per il conferimento di uffici direttivi e semidirettivi, motivati dalla mancanza di equilibrio dimostrata dal magistrato in un’altra vicenda, che lo aveva contrapposto al Procuratore e che si era conclusa dinanzi al TAR favorevolmente per l’interessato.
Per la settima valutazione di professionalità il Consiglio Giudiziario ha invece espresso all’unanimità parere positivo. Prendendo le mosse dalle valutazioni negative espresse nei precedenti pareri attitudinali e dal procedimento disciplinare, il Consiglio Giudiziario ha affermato che, anche alla luce dell’esito favorevole del giudizio disciplinare e del ricorso amministrativo, il comportamento tenuto dal magistrato non potesse considerarsi sintomatico di mancanza di equilibrio.
In plenum, i sostenitori di una valutazione di professionalità favorevole, pur se in termini di mera sufficienza, hanno ritenuto che le vicende pregresse dovessero essere ricondotte ad episodi limitati ad un breve spazio temporale, caratterizzato da una situazione di conflitto col Procuratore e che, in questo quadro, dovesse accogliersi il parere favorevole del Consiglio Giudiziario.
Il Cons. Ferri (MI), tuttavia, pur avendo approvato in Commissione la motivazione perplessa, presentava in plenum numerosi emendamenti finalizzati ad enfatizzare gli aspetti positivi della professionalità del magistrato in valutazione.
Gli emendamenti venivano tutti bocciati a larga maggioranza ed a seguito di ampia discussione la proposta di idoneità veniva approvata, ma vari componenti (tra cui Riviezzo e Petralia) decidevano di astenersi dal voto, esprimendo in tal modo serie perplessità sulla c.d. progressione in carriera per casi di questo genere.
2) Questione della mobilità
Dopo che in terza Commissione, il 29 scorso, si era finalmente deciso di procedere alla pubblicazione di un bollettino in modo che, all’esito dei trasferimenti che in forza di esso andranno a farsi, sia consentita la individuazione delle sedi necessarie per gli ex uditori giudiziari che andranno a sceglierle tra la fine di dicembre e i primi del mese di gennaio del 2009, la pratica è approdata al plenum che, con delibera del 5 giugno scorso, la ha approvata.
Com’è ben noto, sono stati pubblicati tutti i posti vacanti di requirente di primo grado; ciò nell’obiettivo (illusorio?) che, a legislazione invariata circa la preclusione d’accesso alle procure per i magistrati di nuova nomina, possa essere coperto qualche vuoto con magistrati giudicanti extraregionali.
Complessivamente la pubblicazione riguarda 336 posti, dei quali 199 giudicanti, divisi tra sedi capoluogo di distretto (105) e sedi periferiche (16) nelle tre regioni (Toscana, Emilia Romagna e Lazio) più richieste alla luce delle domande avanzate nello scorso bollettino. Un discorso a parte è stato fatto per la sede di Santa Maria Capua Vetere a proposito della quale, stante la gravissima situazione di scopertura anche in considerazione delle pendenze degli affari (al riguardo anche il Quirinale ha mostrato particolare sensibilità al caso), si è deciso di pubblicare tutte le vacanze (18).
Altrettanto noto è il termine per le domande, che è quello del 20/6 per i magistrati e del 30/6 per gli uffici.
E’ stato ridotto il numero delle domande possibili (n. 3 per gli ex-uditori, alias magistrati di prima sede, e n. 2 per gli altri) e la graduatoria sarà pubblicata nel sito del CSM con termine per proporre osservazioni ed eventuali revoche.
Una volta scaduto il termine, la graduatoria diventerà definitiva e non sarà possibile revocare. A quel punto la Commissione darà luogo ai trasferimenti senza procedere alla formulazione di proposte, rispettando in ogni caso l’ordine di trattazione secondo l’ordine di preferenza formulato dagli aspiranti. Si è anche deciso che, ove non dovesse essere rispettata la priorità segnalata dai concorrenti, si procederà allora alla comunicazione del trasferimento ai soli fini dell’accantonamento in vista della trattazione delle sedi considerate più ambite.
Da segnalare che, ad onta di quanto potrebbe a prima vista sostenersi, si tratta di una scelta coraggiosa, dal momento che i tempi a disposizione per la “gestione” del bando non sono proprio tranquillizzanti. Va tenuto conto che a novembre – come più volte è stato detto e ridetto – dovranno ricavarsi le sedi (tutte giudicanti) per i magistrati di nuova nomina che a dicembre (al più tardi a gennaio) dovranno scegliere le sedi; va tenuto conto ancora che in atto la III° Commissione gestisce i bandi dei distrettuali e della cassazione.
Sempre in tema di mobilità, è sicuramente meritevole di segnalazione quanto accaduto in plenum (11/6/08) a proposito della proposta di pubblicazione straordinaria di posti di consigliere (civile, penale e lavoro) presso quelle Corti d’Appello particolarmente gravate da una scopertura pari o superiore al 22%.
Per meglio comprendere, la percentuale di scopertura costituisce il frutto di una scelta che nasce dalla preliminare proposta di pubblicare soltanto le vacanze della Corte di Venezia, gravata appunto da una scopertura del 22%, sicchè, proprio su iniziativa del Movimento (Petralia), si è proposto di integrare la pubblicazione con le vacanze presso le Corti che presentassero la medesima o più accentuata scopertura: ossia le Corti d’Appello di Potenza (25%), Reggio Calabria (28%) e Salerno (25%).
Giunta in plenum tale proposta, viene presentato un emendamento da parte dei consiglieri Napoletano e Carrelli Palombi, nel senso di incrementare da 7 a 9 i posti da pubblicare per la Corte di Venezia. Sia il relatore Petralia che i consiglieri Pilato e Riviezzo hanno messo in evidenza che i due posti pretesi in aumento sono tutt’altro che vacanti dal momento che costituiscono posti solo eventualmente destinati a liberarsi; infatti per tali posti pendono le proposte, sia pure all’unanimità, di rispettivi aspiranti, ma che ancora non hanno avuto il crisma definitivo della deliberazione plenaria. Abbiamo ricordato inoltre che la circolare consente la pubblicazione anticipata soltanto nel caso di “prevedibile” vacanza” determinata dalla data certa del pensionamento e non per altri analoghi casi, fermo il discorso che nel caso di specie nessuna analogia è peraltro ravvisabile, posto che una proposta ancorché unanime è e resta pur sempre una proposta e non determina, ovviamente, alcuna vacanza certa.
Tuttavia, probabilmente per distrazione generale, l’emendamento che considerava “vacanze” anche i due posti di consigliere per i quali gli attuali titolari erano stati proposti per posti direttivi passava a maggioranza, innescando in tal modo un precedente del tutto alieno al dettato della circolare. Per non dire nettamente contrario.
Fortunatamente prevaleva il buon senso e, con l’accordo di tutti, la pratica, prima ancora della votazione finale, veniva rimessa in commissione. Immediatamente riunitasi, la III° Commissione deliberava di insistere nell’originaria proposta, con l’unica opportuna esclusione - tutto il male non viene per nuocere…potrebbe dirsi! - della Corte d’Appello di Potenza, i cui posti liberi frattanto sono apparsi suscettibili di copertura con domande di aspiranti incompatibili/rientranti in ruolo ed assimilati; dunque prima della procedura di tramutamento ordinario.
Immediatamente rimessa al plenum dell’11 pomeriggio, la pratica veniva dunque approvata all’unanimità.
A margine, sempre in tema mobilità, va detto che in III° stiamo discutendo della costituzione della Commissione della Cassazione in vista della prossima pubblicazione dei posti liberi della Corte; pubblicazione assolutamente urgente e da varare, si spera, entro luglio. Inoltre si è iniziato a parlare della DNA e delle vacanze attuali e future.
3) Circolare semidirettivi
E’ stata approvata la nuova circolare sull’assegnazione dei posti semidirettivi con contestuale bando che comprende i posti scoperti o che si scoprono o si sono scoperti (27.1.2008) a seguito della “ultraottennalità”. E’ un altro dei momenti fondamentali di adeguamento della normativa secondaria alla riforma dell’ordinamento giudiziario. Rimandando alla lettura della circolare per i particolari, vogliamo qui sottolineare alcuni passaggi significativi: la pubblicazione riguarda i posti “vestiti” (civile, penale), perché ciò incide sulla legittimazione a concorrere nel caso di passaggio di funzioni da requirente a giudicante e viceversa. Ciò, però, consente anche al Consiglio di disegnare un abbozzo di “carriera” del magistrato, nel senso che possono essere valorizzate le attitudini specifiche per quel tipo di posto, e – forse per la prima volta – il Consiglio afferma che “Nell’ambito di questa verifica attitudinale va, inoltre, riconosciuta particolare pregnanza alla pluralità delle esperienze maturate, soprattutto nei primi anni di esercizio delle funzioni, che contribuiscono alla formazione di un variegato patrimonio professionale. Nondimeno, nel prosieguo della vita professionale, significativo rilievo assume la scelta di un percorso professionale maggiormente specializzato, e conseguentemente
la conoscenza delle problematiche specifiche del settore in cui dovrà essere
svolta la funzione semidirettiva, in ragione del ruolo centrale da
riconoscere a chi ricopre un incarico semidirettivo sia nell’esercizio dell’
attività giurisdizionale sia nel campo dell’ “organizzazione”. “. Affermazione importante, che è in linea con le riflessioni che il Movimento ha sviluppato negli ultimi anni in tema di specializzazione/pluralità di esperienze. Viene abbattuto di molto il valore dell’anzianità, per cui i punteggi saranno 6 per il merito, 6 per le attitudini e 6 (non frazionabili) per l’anzianità, intesa come indice positivo dell’esperienza professionale acquisita (è stabilito articolatamente quando questo punteggio viene riconosciuto). Tale meccanismo consentirà da una parte di snellire l’azione amministrativa (l’esperienza acquisita con il recente bando per i direttivi ha costretto la Commissione ad istruire tantissime domande, in molti casi in modo rivelatosi poi non utile), e dall’altra di valutare comunque delle spiccate professionalità di colleghi meno anziani, attraverso il meccanismo comparativo. Per questo specifico concorso, viene stabilito che il parere attitudinale ha validità quinquennale (normalmente triennale). A parità di punteggio, prevale il più anziano. Viene stabilito che i magistrati possono proporre contemporaneamente non più di cinque domande per posti semidirettivi, considerando per una domanda quella relativa a posti del tutto omogenei (ad es. Presidente sezione civile Milano), anche se con data di legittimazione diversa (la data di legittimazione è ora diversa per ciascun posto, ed ancorata alla vacanza del posto, come accade per i direttivi). E’ chiaro che si tratta di un primo passo, e che nel prosieguo della attività consiliare si dovrà completare il percorso riformatore, assimilando sempre più la scelta dei semidirettivi a quella dei direttivi, ma le innovazioni oggi introdotte sono già significative.
4) Questione di Reggio Calabria.
Il 28 aprile u.s. il Comitato di Presidenza del CSM ha disposto l’apertura di una pratica in Prima Commissione (Commissione inchieste, art. 2 L.G., ecc.), relativa alle vicende verificatesi nella Procura della Repubblica di Reggio Calabria, al fine di accertare, anche a tutela dei magistrati di quell’ufficio, mediante le opportune ed adeguate indagini ed audizioni degli interessati, la preoccupante situazione venutasi a creare in quegli uffici giudiziari, con riferimento in particolare al rinvenimento di una microspia all’interno della Procura ed al grave contenuto delle lettere anonime recapitate.
Il successivo 6 maggio, la Prima Commissione ha secretato la pratica ed ha tenuto apposita seduta presso la Sala Conferenze della Procura di Reggio Calabria, disponendo le audizioni del Procuratore Generale, del Procuratore, dei due Procuratori Aggiunti perdenti posto e di quattro Sostituti Procuratori.
Svolgere l’attività istruttoria a Reggio Calabria è sembrato un segno di doverosa attenzione da parte del CSM verso vicende che hanno assunto rilievo nazionale, anche per la presenza forte e minacciosa della n’drangheta e per i rapporti difficili tra alcuni magistrati all’interno della Procura.
Il segnale di attenzione è stato positivamente raccolto, sia dai magistrati che sono stati ascoltati, sia dalla stampa e dall’opinione pubblica locale, che hanno seguito con fervore gli sviluppi dell’inchiesta.
All’esito delle audizioni, del materiale documentale acquisito e di ampia discussione, la Commissione ha formulato una dettagliata proposta approvata all’unanimità dal plenum del CSM il 4 giugno u.s., tesa a fare chiarezza sulle recenti vicende ed a ridurre le tensioni verificatesi.
Dopo una completa ed articolata ricostruzione dei fatti, il CSM ha deliberato:
a) di trasmettere gli atti delle relative pratiche ai titolari dell’azione disciplinare per quanto di competenza, in relazione alle posizioni di quattro magistrati della Procura reggina, anche ai fini delle valutazioni in ordine ad eventuali provvedimenti cautelari;
b) di segnalare alla competente Quinta Commissione consiliare la necessità di una sollecita definizione delle pratiche relative alla copertura dei tre posti di Procuratore Aggiunto presso la Procura della Repubblica di Reggio Calabria già messi a concorso;
c) di proseguire in Prima Commissione l’istruttoria delle pratiche citate per eventuali ulteriori provvedimenti.
5) Il caso Forleo.
Nella seduta del 12 maggio 2007 la Prima Commissione: a1) ha respinto, essendosi verificata parità di voti, la proposta di ulteriore attività istruttoria (formulata da Fresa e Pepino); a2) ha respinto, con quattro voti (Patrono, Roia, Anedda e Vacca) contro due (Fresa e Pepino), la proposta di disporre l’archiviazione parziale della procedura (in ordine ai profili concernenti i conflitti insorti e le dichiarazioni rese con riferimento alle indagini svolte in Brindisi su molestie e danneggiamenti subiti dai genitori della d.ssa Forleo nel periodo immediatamente precedente il decesso degli stessi in incidente stradale e le dichiarazioni rese nel corso del convegno organizzato dalle Camere penali di Milano il 20 gennaio 2007) e di rimettere al plenum la proposta di trasferimento di ufficio per quanto attiene gli altri episodi; a3) ha deliberato, con tre voti favorevoli (Roia, Anedda e Vacca) e due astenuti (Fresa e Pepino), di proporre al plenum il trasferimento di ufficio della dott.ssa Forleo e, con un voto favorevole (Patrono), di proporre al plenum l\'archiviazione della procedura.
Nella successiva seduta del 9 giugno 2007 si è proceduto a nuova votazione, su richiesta dei consiglieri Roia e Pepino e previa unificazione delle proposte sopra indicate, nel senso di proporre al plenum: b1) il trasferimento di ufficio della d.ssa Forleo per i fatti concernenti le dichiarazioni rese in trasmissioni televisive o alla stampa in ordine all\'esistenza di poteri forti che, anche per il tramite di soggetti istituzionali, avrebbero interferito sull\'esercizio delle sue funzioni giurisdizionali e per quelli concernenti i rilievi mossi ai pubblici ministeri preposti alle indagini per la cosiddetta "scalata BNL" tesi a manifestare dapprima, allarme per un asserito «rallentamento delle indagini» e, poi, protesta per un supposto «insabbiamento in corso»; b2) l’archiviazione della procedura in ordine ai profili concernenti i conflitti insorti e le dichiarazioni rese con riferimento alle indagini svolte in Brindisi su molestie e danneggiamenti subiti dai genitori della d.ssa Forleo nel periodo immediatamente precedente il decesso degli stessi in incidente stradale e le dichiarazioni rese nel corso del convegno organizzato dalle Camere penali di Milano il 20 gennaio 2007. La proposta così formulata è stata approvata con cinque voti favorevoli (Roia, Pepino, Fresa, Anedda e Vacca) mentre ha riportato un voto (Patrono) la contraria proposta di sottoporre al plenum l\'archiviazione integrale della procedura.
La commissione ha in sostanza ritenuto che i fatti indicati sub b1 siano accertati e provati sia nella loro materialità che nella loro idoneità a determinare un venir meno, nella d.ssa Forleo, delle condizioni di indipendenza e imparzialità richieste per l\'esercizio delle funzioni nell\'ufficio attualmente ricoperto.
Ciò vale anzitutto per le dichiarazioni rese in trasmissioni televisive o alla stampa concernenti l\'esistenza di poteri forti che, anche per il tramite di soggetti istituzionali, avrebbero interferito (o tentato di interferire) sull\'esercizio delle funzioni giurisdizionali della stessa. L\'interferenza affermata consiste nell\'asserito invito alla prudenza nella gestione delle intercettazioni telefoniche del procedimento Antonveneta, BNL e RCS rivoltole dal Procuratore generale di Milano e nella denunciata esistenza di pressioni in atto sul Procuratore generale della Cassazione per indurlo a promuovere l\'azione disciplinare nei suoi confronti. L\'esatta e completa ricostruzione di tali vicende è tuttora sub iudice avanti alla Procura della Repubblica di Brescia ma gli atti acquisiti evidenziano che esse poggiano, almeno in parte, su elementi di fatto dotati di riscontri. L\'interpretazione di tali vicende da parte della d.ssa Forleo e – ciò che qui interessa – le dichiarazioni pubbliche da lei rese al riguardo sono tuttavia, all\'evidenza, gravemente sproporzionate rispetto ai fatti emersi così da procurate un allarme nei colleghi e un discredito anche della magistratura milanese obiettivamente infondati. Altrettanto è a dirsi per i rilievi mossi dalla d.ssa Forleo ai pubblici ministeri preposti alle indagini relative alla cosiddetta "scalata BNL" dei quali si è sopra detto. Si tratta di rilievi che dimostrano un rapporto con l\'ufficio di Procura caratterizzato da eccessiva disinvoltura e contrario ai più comuni canoni deontologici nonché potenzialmente indicativo di un pregiudizio accusatorio all’evidenza incompatibile con l’imparzialità richiesta al giudice nell’esercizio delle sue funzioni (e ciò anche a prescindere da ulteriori possibili implicazioni di tali dichiarazioni tuttora all\'esame della Procura Repubblica di Brescia).
Gli atteggiamenti descritti evidenziano, nella d.ssa Forleo una notevole propensione a condotte vittimistiche e una marcata carenza di equilibrio, nonché una personalizzazione delle vicende processuali a lei affidate - soprattutto quelle aventi forte carattere mediatico - tali da determinare contrasti, conflitti e sospetti nei confronti dei magistrati di uffici con lei in contatto anche nella sede giudiziaria milanese. Questa abnorme personalizzazione insieme alla già segnalata carenza di equilibrio è confermata anche da altre vicende risultanti dagli atti (quali i rapporti conflittuali o comunque difficili all’interno dell’ufficio e con il personale amministrativo e la vicenda processuale relativa al procedimento contro Bentiwaa Farida che ha, infine, condotto alla ricusazione della d.ssa Forleo da parte del procuratore Aggiunto di Milano dottor Spataro, accolta dalla Corte di appello di Milano).
A seguito di quanto sopra si è determinato un clima di alterazione nei rapporti con alcuni pubblici ministeri della Procura della Repubblica di Milano, con il Presidente del Tribunale di Milano, con il Presidente f.f. dell’Ufficio GIP del Tribunale di Milano, nonché con alcuni giudici del medesimo ufficio e con il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Milano.
L’incompatibilità consegue dunque ad una situazione di diffuso disagio, cagionato dai fatti attribuiti alla dott.ssa Forleo, nell\'ufficio giudiziario di appartenenza (esteso anche alla componente amministrativa) e altresì nella Procura della Repubblica con la quale – anche a seguito delle descritte condotte di indebita interferenza tenute dalla d.ssa Forleo – si è incrinato il necessario rapporto di reciproco rispetto, equidistanza, indipendenza e imparzialità.
6) Proroghe e nomine del Comitato Scientifico.
Sono stati prorogati gli incarichi ai colleghi Recchione e Di Marzio. Coerentemente col voto espresso in sede di nomina, ci siamo astenuti, non avendo ricevuto dall’esperienza in atto elementi per una valutazione diversa.
Sulle nuove nomine, abbiamo votato a favore del collega Licata, in quanto ritenevamo che il suo curriculum professionale fosse del tutto adeguato alla bisogna (anche se abbiamo lamentato un difetto di motivazione della delibera quanto alla comparazione con gli altri aspiranti), mentre abbiamo chiesto il ritorno in commissione della pratica per i colleghi Renoldi e Russo. Abbiamo fatto presente che la motivazione non dava conto esaurientemente delle ragioni della scelta, e che la comparazione con altri aspiranti (ad esempio, con il collega Ercole Aprile, ma anche con altri, come il collega Di Bari) rendeva non convincente la delibera.
A titolo di esempio, abbiamo evidenziato alcuni aspetti comparativi con il collega Aprile, non presenti nella delibera, che avrebbero meritato un approfondimento (ma sarebbe ben possibile effettuarne altri). In particolare, con riferimento alle griglie attitudinali specificate nel bando e, quindi, con riferimento particolare alla comprovata conoscenza delle problematiche della didattica e della formazione professionale, il dott. Aprile è stato per due bienni responsabile della Formazione decentrata a Lecce, come per due bienni è stato responsabile della Formazione decentrata il dott. Renoldi a Cagliari. Non risulta invece alcuna esperienza di formazione decentrata per il dott. Russo e questa è una esperienza pregnante al fine del conferimento della funzione di componente del Comitato Scientifico. Quindi, per questo profilo, sicuramente nella comparazione i dottori Aprile e Renoldi prevalgono sul collega Russo.
Per i diversi profili dei rapporti con le Università, col mondo universitario, con le scuole di specializzazione, il dott. Aprile vanta lezioni in scuole di specializzazione per ben 6 anni accademici presso l’Università di Lecce; nessuna esperienza presso scuole di specializzazione vanta il dott. Renoldi; nessuna esperienza al momento del bando di concorso vantava il dott. Russo che soltanto successivamente è stato autorizzato a lezioni presso scuole di specializzazione.
Quanto più specificamente alle diverse esperienze universitarie, il dott. Aprile vanta due anni di lezioni come professore a contratto presso l’università di Lecce, oltre ad aver svolto numerose lezioni per master post universitari; il dott. Renoldi è cultore di diritto penale all’università di Cagliari ed ha svolto per quattro anni attività di lezioni per scuola di perfezionamento a Cagliari; il dott. Russo è stato per due anni professore a contratto a Napoli e cultore di procedura penale a Napoli: solo per questo profilo i tre candidati si equivalgono.
Per il profilo delle relazioni svolte ad incontri di studio organizzati dal CSM il dato è invece incongruo in relazione alla proposta della Commissione, perché il dott. Aprile per ben 17 volte è stato chiamato a relazionare ad incontri di studio organizzati dal CSM; solo 2 relazioni può vantare il dott. Russo e nessuna relazione il dott. Renoldi.
Quanto ai provvedimenti pubblicati ed alle pubblicazioni scientifiche, numerosissime e qualificate sono quelle del dott. Aprile; numerose anche quelle del dott. Russo; solo qualcuna del dott. Renoldi. Va detto pure che il dott. Aprile vanta una stabile collaborazione da anni con una delle più prestigiose riviste penali, che è appunto Cassazione Penale.
Il dott. Aprile è l’unico a vantare una esperienza quale componente di un Consiglio Giudiziario, una esperienza che è assai utile al fine di comprovare una approfondita conoscenza ordinamentale della materia; gli altri due candidati non hanno esperienze simili. Attività internazionali non ne ha il dott. Russo, mentre le hanno il dott. Aprile ed il dott. Renoldi.
Quanto infine alla conoscenza delle lingue, tutti e tre hanno conoscenza dell’inglese, però il dott. Aprile lo dimostra con attestati, mentre gli altri due non hanno depositato attestati.
Per questi motivi, non ci ha convinto affatto la proposta della Commissione, che non è adeguatamente motivata e che sintetizza semplicemente i profili professionali dei due proposti, ma non evidenzia alcuna valutazione comparativa in danno degli altri candidati e, in particolare, del dott. Aprile, che peraltro ha sostenuto - per la terza volta in procedure concorsuali di tal genere - una brillantissima audizione.
Quel che non è ammissibile - a nostro parere - è definire le procedure concorsuali, come quella di specie, guardando ad altri aspetti, non contenuti in un bando di concorso. Questi posti non possono essere coperti guardando a particolari aree culturali-associative e guardando anche all’area culturale-associativa di chi ha terminato il mandato, secondo il principio che subentra sempre e, comunque, un magistrato della stessa corrente di chi sia fuoriuscito. La necessaria pluralità di opzioni culturali, che è necessario siano presenti nel Comitato scientifico, non significa automaticamente un ricambio di tal genere.
Certo, sul punto potrebbero essere cambiate le regole del gioco; potrebbe non disporsi più una procedura concorsuale e scegliere “fiduciariamente” per chiamata diretta; di questo si può discutere, ma nel momento in cui si fa una procedura concorsuale si deve almeno motivare adeguatamente perché venga scelto un candidato piuttosto che un altro e motivare sulla base delle griglie attitudinali di cui al bando di concorso e non in relazione ad altri motivi che esulano dal bando stesso.
Abbiamo, quindi, chiesto un approfondimento, che non è stato concesso. Conseguentemente, nel voto sulla delibera non abbiamo potuto esprimerci favorevolmente. Il Plenum ha deciso diversamente. Dobbiamo constatare che non è la prima volta che avanziamo perplessità sulle modalità e i criteri di scelta dei componenti del Comitato scientifico, e coerentemente proseguiamo in una battaglia di trasparenza, purtroppo, solitaria.
7) Dalla Quinta Commissione: Nomine direttivi – caso Roberti.
La Quinta Commissione ha proposto per il posto di Procuratore di Firenze con quattro voti Pino Quattrocchi, e con due voti (Riviezzo e Siniscalchi) Franco Roberti. Ci sembra che la decisione della maggioranza della Commissione non sia in linea con i criteri della circolare che, in particolare, prevede che per i posti di Procuratore nelle sedi DDA, debba darsi specifico rilievo alle esperienze in questo settore. Franco Roberti è l’attuale coordinatore della DDA di Napoli (coordina un numero di magistrati (24) molto superiore alla media delle Procure italiane, e molto simile a quello dell’intera Procura fiorentina), ed ha una enorme esperienza nel settore della lotta alla criminalità organizzata. E’ noto a tutti per il ruolo che sta rivestendo in questo periodo, in particolare, al contrasto alla camorra “casalese”, forse la forma di criminalità organizzata più pericolosa in questo momento nell’intero Paese. Ha anche presentato un progetto organizzativo della Procura fiorentina, con particolare riguardo all’azione di contrasto alla criminalità di origine cinese, molto presente in quel territorio. Questi elementi, a nostro giudizio, lo rendono più adatto al posto richiesto, rispetto al pur bravo collega Quattrocchi, Procuratore a Lucca, che però non ha esperienze di DDA, se non per aver con essa collaborato da esterno. Ci sembra che si sia trattato di una scelta sbagliata, che speriamo che il Plenum saprà correggere, anche se il precedente della copertura del posto di S. Maria Capua Vetere (dove a Roberti è stato preferito il collega Lembo, nonostante la migliore conoscenza del territorio e del fenomeno camorristico del primo), non depone favorevolmente.