Gran pienone oggi a Palermo a Villa Zito, sede della Fondazione Sicilia, al secondo appuntamento, dopo Bologna, ideato e curato dal Movimento per la Giustizia - Art. 3 ETS per rievocare e riaffermare il ricordo, a 80 anni di distanza, dell’eccidio di Marzabotto Monte Sole.
Dopo i saluti di rito, tra i quali l’ottimo intervento di Daniela Troja, hanno relazionato sul tema Marco de Paolis, Procuratore Generale presso la Corte d’Appello Militare di Roma, e l’Avv. Armando Sorrentino, vice presidente provinciale dell’ANPI di Palermo e membro del Direttivo regionale. Il primo, artefice delle più importanti e complesse indagini sugli ufficiali nazisti responsabili di crimini di guerra, tra i quali anche la strage di Marzabotto; il secondo attento osservatore dei diritti umani che nei valori della Resistenza hanno trovato e trovano linfa vitale nonché ottimo conoscitore delle realtà politiche che hanno attraversato la vita del Paese.
La relazione di De Paolis ha preso spunto dalla proiezione di un video intitolato “Nonostante il lungo tempo trascorso”, dove le drammatiche vicende delle stragi nazifasciste vengono passate in rassegna, e con esse i numerosi processi poi celebrati e conclusisi grazie all’operato del nostro relatore, all’epoca magistrato militare inquirente a La Spezia e poi fino ad oggi a Roma. Ne è mancato il più che doveroso cenno al c.d. Armadio della vergogna, ossia il ritrovamento nei locali della Procura Generale militare di Roma di centinaia di incartamenti sugli eccidi consumati dai nazifascisti in Italia tra il ‘43 e il ‘45, e contenente i nomi degli ufficiali tedeschi responsabili; fascicoli incredibilmente liquidati con la dicitura “provvisoriamente archiviati” e poi “dimenticati” per lunghi anni.
In particolare, i processi che hanno giudicato le responsabilità per la strage di Marzabotto Monte Sole, dal dopoguerra a oggi, sono stati due: quello celebrato davanti al Tribunale di Bologna nel 1951 contro l’ex Maggiore delle SS Walter Reder, che venne condannato al massimo della pena, e il processo che iniziò nel 2005 davanti al Tribunale Militare di La Spezia e che, tre anni dopo, si concluse con 10 condanne alla pena dell’ergastolo.
Compito dell’Avv. Sorrentino è stato poi quello di spiegare le ragioni per le quali per tanti anni – i preziosi incarti furono infatti “riesumati” solo nel 1994 – quei fascicoli rimasero occultati e, peggio ancora, ignorati, non mancando di segnalare come una tale macroscopica omissione non possa essere stata effettuata se non con l’avallo delle forze politiche dominanti all’epoca.
All’esito della doppia relazione diversi alunni sono intervenuti con domande pertinenti e ben calibrate; erano infatti presenti rappresentanze di ben quattro licei del capoluogo. E alle domande dei ragazzi i due relatori hanno risposto con interventi attenti alla realtà giovanile e con considerazioni coerenti agli intenti pedagogici che l’incontro sostanzialmente si era proposto di coltivare.
L’ottimo coordinamento di Roberto Gueli, presidente dell’ordine dei giornalisti di Sicilia, è stato il collante che ha permesso di legare tutti gli interventi in una narrazione unitaria densa di una costante attenzione e di una profonda commozione.
Se volessimo tirare le somme dell’incontro è proprio nel ripudio della violenza e delle guerre che può trovarsi il suo generale fil rouge e tanto più potente esso è apparso quanto numerosa, attenta e partecipativa è stata la platea degli studenti, accompagnati dai relativi docenti, che hanno voluto formulare domande e riflessioni.
Sala strapiena e attenzione ai diritti umani alle stelle: esattamente ciò che il Movimento per la Giustizia - Art. 3 ETS si era riproposto di realizzare.
E così è stato.