Salvatore D’Aluiso
Buongiorno a tutti. Prima ancora dei saluti istituzionali, il ringraziamento al Movimento per la Giustizia per aver consentito al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di patrocinare questa iniziativa, un’iniziativa che abbiamo particolarmente apprezzato come avvocatura perché è una di quelle iniziative che riesce a portare fuori dal nostro ristretto perimetro quotidiano dei temi che hanno naturalmente una rilevanza, come tutti possiamo immaginare e apprezzare, certamente più ampia. E la presenza dei ragazzi, dottoressa Arbore, mi pare indicativa di questo ampliamento di questo perimetro.
Ma naturalmente, quando mi è stato chiesto cortesemente di partecipare a questo evento, noi come Consiglio dell’Ordine, come avvocati, ci siamo posti una domanda: qual è il fil rouge, l’anello di collegamento che è possibile individuare per coniugare queste tre parole: lavoro, valore, identità? C’è un minimo comune denominatore di queste tre parole? Ebbene, a nostro avviso, naturalmente nell’ottica dell’avvocato, nell’ottica dell’operatore del diritto, l’individuazione di questo minimo comune denominatore non può che partire dal dettato costituzionale, dal dettato costituzionale portato in primo luogo dall’articolo 4, dove si individua il binomio diritto-dovere rispetto al tema del lavoro.
“La Repubblica riconosce il diritto al lavoro ma altresì propone come dovere di ogni cittadino svolgere, secondo le proprie possibilità e le proprie scelte, un’attività che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. Quindi lavoro non soltanto come diritto ma lavoro anche come dovere. E in questo binomio diritto-dovere, ecco che interviene il collegamento col concetto di valore, valore non soltanto inteso ai sensi naturalmente dell’articolo 36 come retribuzione adeguata rispetto all’attività lavorativa, ma valore inteso in maniera, come dire, addirittura più nobile e più ampia rispetto a questa, e cioè un valore in senso collettivo e un valore in senso individuale.
Un valore in senso collettivo quando quell’articolo che ho citato poc’anzi, l’articolo 4, sottolinea la funzione sociale del lavoro, dove ognuno è chiamato con la propria opera a contribuire allo sviluppo della collettività di cui fa parte. Ma esiste anche un valore soggettivo, un valore individualizzante di quel dettato costituzionale, perché non è un caso che quel dettato costituzionale faccia riferimento alle capacità, alle possibilità e alle scelte di ciascuno.
E allora, rispetto a questo contesto, particolare rilevanza assumono le sessioni, a mio avviso, in cui si articola questo convegno. Prima di tutto, come qualcuno sa, sono circa 40 anni che mi occupo soltanto di diritto penale, e quando leggo “il lavoro nel...”, cioè il lavoro nel carcere, è una realtà che un avvocato penalista si trova ad affrontare rispetto al suo assistito, direi in maniera quotidiana. La realtà del carcere parametrata anche al lavoro nel carcere, funzione rieducativa? Sicuramente sì, ma ancor prima che funzione rieducativa, funzione di salvaguardia dell’identità del soggetto ristretto.
E quando parlo di salvaguardia dell’identità del soggetto ristretto, parlo di salvaguardia della dignità del soggetto ristretto, perché il binomio identità-dignità è un parametro assolutamente imprescindibile. E questo vale anche per il lavoro dei migranti, che troppo spesso trascura la salvaguardia di tale dignità, compromettendone quindi l’identità. Il lavoro sfruttato, il lavoro povero, che confligge certamente con quei dettati costituzionali a cui abbiamo fatto riferimento poc’anzi.
Ed in ultimo, il lavoro insicuro, che non soltanto attenta all’integrità fisica del lavoratore ma attenta alla sua identità, leggi dignità, quando è costretto comunque a svolgerlo ben consapevole dei rischi a cui va incontro.
E allora le diverse professionalità chiamate a trattare in questo momento questo tema, in questa iniziativa, qualificano particolarmente questo convegno, perché consentono, a mio avviso, di giungere ad una sintesi: la dignità del lavoro intesa come completamento dell’identità della persona.
Buon lavoro a tutti.