Giustizia e fragilità

Poesie contro la violenza

Nella “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” abbiamo deciso di pubblicare le poesie di alcune ragazze e ragazzi del quarto e quinto anno degli Istituti di istruzione di II grado di Trapani, vincitori del concorso promosso dal locale Consiglio dell’Ordine degli Avvocati.

Questo nella consapevolezza che la strada per combattere tale violenza non passa solo per le buone leggi o per la punizione dei colpevoli, ma per l’educazione al rispetto e a una sana affettività. Insegnamenti che dovrebbero venire, prima di tutto, dalla famiglia e dalla scuola.

Le parole che le ragazze e i ragazzi ci consegnano sono vere, profonde, umane.

Di una verità che spiazza e commuove.

Di una profondità che sorprende per l’età.

Di un’umanità che si nutre di sorellanza e fratellanza autentiche.

Più di tutto, però, sono un inno alla speranza e alla forza delle donne perché, come si legge in una poesia, «non c’è catena che tenga né buio abbastanza per fermare una donna che torna alla danza».

E noi vogliamo che le donne quella danza non la smettano mai e, se qualcuno le ferma, la riprendano ancora.

di Marco Guida
Giornata internazionale per la eliminazione della violenza sulle donne
Cicatrici invisibili
di Morena Valenti

All'inizio è dolce, una promessa di sole,
si avvicina piano, sussurra parole.
Un sorriso, una mano, un abbraccio sicuro
chi avrebbe mai detto quel buio futuro?

Poi arriva la pioggia, sottile e leggera,
è una critica vaga, una frase che pesa,
un rimprovero muto, uno sguardo di ghiaccio,
che toglie alla pelle il calore e l'abbraccio.

E il mondo si stringe, diventa più stretto,
ogni passo controlla, ogni gesto è un sospetto.
“Dove sei stata? Perché? E con chi?”
E la voce si alza, e trafigge anche te.

Finché le parole si fanno più dure,
e il rispetto svanisce tra insulti e paure.
E quel giorno che mai avresti immaginato,
arriva un colpo, come un lampo scagliato.

Uno schiaffo, un pugno, una spinta nel buio
e il corpo si spezza, si piega, e si chiude.
La paura ti morde, ti grida nell'orecchio:
forse è colpa tua, forse è il tuo difetto.

Poi torna il silenzio, e un volto pentito,
con scuse di cenere e amore smarrito.
Ma il dolore rimane, un'eco nel petto,
e il perdono diventa una corda, un sospetto.

Ogni giorno è una lotta, un fragile gioco,
tra il desiderio di fuga e un legame di fuoco.
Le notti passate in pensieri infiniti,
a chiedersi quando finiscano i miti.

Ma un giorno, infine, quel fuoco si spegne, e trovi il coraggio, le parole, la speme.

Raccogli i tuoi pezzi, le cicatrici e il dolore,
e riscrivi la vita, rinasci dal cuore.

Non c'è catena che tenga, né buio abbastanza,
per fermare una donna che torna alla danza.
Con le ferite nascoste, con forza ed onore,
diventa guerriera, custode d'amore.

E alzi la voce per chi resta indietro,
per ogni donna che vive un segreto,
perché sappia che esiste una via di ritorno,
una strada di sole, un eterno giorno.

Voce al silenzio
di Ilary Ingardia

Ci sono sguardi che non vedono,
ore che non passano mai,
silenzi che si appiccicano alla carne
e pesano più di ogni parola.

Mi hanno detto che dovevo sorridere,
mentre, dentro, il cuore si spezzava in mille pezzi,
che la forza era stare ferme,
senza chiedere, senza chiedere mai.

“Devi solo tacere e ringraziare”,
hanno sussurrato, con bocche vuote,
come se il dolore fosse un peccato,
come se il pianto fosse colpa da nascondere.

Ma io so cosa c'è dietro gli occhi che non parlano,
so quanto è pesante il respiro trattenuto,
e vedo quel fuoco che nessuno può spegnere,
perché anche il silenzio ha la sua voce.

Non mi fermerò, non piegherò la testa,
perché il tuo coraggio è in me,
è in ogni passo che faccio,
è in ogni parola che finalmente lascio andare.

Sogno un mondo dove nessuna donna ha paura,
dove i sogni non sono catene,
dove ogni grido è un canto di libertà,
e ogni sorriso è davvero il proprio.

Non ti chiederò mai di dimenticare,
perché il tuo dolore è il mio, e il nostro,
ma ti prometto che non sarai mai più sola,
perché io sarò il vento che spazza via le ombre,
sarò la voce che rompe il silenzio.

La rivoluzione silenziosa
di Elena Caronia, Maria Teresa D’Aguanno, Francesco Flavio Ponzio

Alzare lo sguardo, lento e deciso,
verso il cielo che cela e rivela
tante stelle, che in ombra si consumano.
«Tra quanto, o stelle, ci illuminerete la rotta?»

Ogni occhiata è una battaglia,
ogni respiro una forza che non finisce.
Sono sguardi che sfidano il silenzio,
e attraversano muri di paura
che sembrano invincibili.

Sguardi di donne, mille volti, mille storie,
ognuna portatrice di un coraggio che non ha nome.
C’è chi sfida l'ignoranza,
chi sopporta il peso del giudizio,
chi lotta con la solitudine,
e chi, nel cuore, conserva il sogno di una vita diversa.

Non c'è cielo che fermi il desiderio di libertà,
perché ogni sguardo è uno spiraglio
che illumina la via per l'emancipazione.
Ogni gesto, ogni parola,
è una lotta silenziosa contro l'invisibile.

Il cammino è lungo, ma i passi si moltiplicano
e l'orizzonte si può toccare con un dito.
Non è una guerra per vincere,
ma per trovare se stesse,
un incontro con il diritto di essere,
di esistere senza paura.

Le donne alzano lo sguardo
non per sfidare il cielo,
ma per attraversarlo,
per conquistare il diritto di essere libere,
di essere uguali,
di essere se stesse.

E così, nell'indifferenza del mondo,
loro, con sguardi colmi di speranza,
costruiscono la loro rivoluzione silenziosa,
un passo dopo l'altro, verso la libertà.

Il Rosso
di Dario De Santis e Vincenzo Sammartano

Rosso è il colore che avvolge il dolore
Un inno straziante fra le ombre e il grido
Dove le lacrime bagnano il silenzio
E il cuore, lacerato, cerca un respiro.

Sotto cieli grigi, l'amore si spegne
Le parole, armi, nel buio si affilano
Mentre il coraggio, in fragile danza
Si aggrappa a sogni, a un futuro di luce.

Ma ogni donna, fiamma che non si estingue
Trova nel rosso la forza per alzare la voce
Un canto che squarcia l'ignoto.

Un abbraccio di sorelle nella lotta
Il rosso dipinge speranza e resistenza
La vita che fiorisce nonostante il dolore.